Novembre dev'essere uggioso, non c'è scampo, ma attraversare il Po così gonfio d'acqua emoziona e Cremona, nonostante il pomeriggio bigio, è sempre un piccolo salotto padano.
È una città con un segreto antico: il suo rapporto con gli strumenti musicali.
Poco lontano dal Torrazzo col suo orologio astronomico da caricare ogni giorno e dalla Piazza del Duomo c'è il Museo del Violino.
Riduttiva come definizione.
Le mura ristrutturate dell'ex-Palazzo dell'Arte, voluto negli anni '40 dal gerarca fascista Farinacci, ospitano un museo e un Auditorium.
Il Museo è un percorso nell'arte dei liutai e un contenitore di straordinari strumenti ad arco, antichi e non.
Viole, violini, violoncelli prodotti dalle mani di Stradivari, Guarneri e altri artisti della liuteria.
Entrare in Auditorium è come entrare in una cassa armonica, legno ovunque modellato in morbide volute color miele, uno spazio dove il suono ti avvolge.
Parlo di suono perché in questo luogo vengono tenuti 'in vita' gli strumenti della collezione museale, affidati, a turno, alle mani di musicisti esperti. Sono 'audizioni' di 30 minuti. Brevi esibizioni che mantengono in esercizio lo strumento e che si traducono in grandi opportunità per i visitatori del museo.
Perché il suono antico di un violoncello Stradivari del 1700 scalda il cuore.